Roma 2 agosto 2013

O dèi della pioggia,
o dèe della pioggia,
o giovani dèe della pioggia,
vi chiediamo di aspirare questa santa umidità,
di tessere con questa sacra nebbia i vostri vestiti.
O dèi della pioggia che siete ovunque ,
dèi della pioggia che siete rossi, azzurri e gialli,
e grigi e trasparenti come l’acqua,
vi chiediamo di essere felici senza lacrime
sereni senza tristezza
e tranquilli senza solitudine.
Continuate a vivere sopra di noi,
a fare ciò che avete sempre fatto
con amore e benevolenza,
donateci le cose migliori della vita,
permetteteci di essere amati e benvoluti,
di ottenere quanto sempre abbiamo desiderato.
Popolo dei Pueblo
I riti della pioggia, presso gli indiani d’America, erano rivolti alle forze che presiedevano alla formazione della pioggia stessa e che si riteneva vivessero negli oceani che circondavano la terra, nelle sorgenti, nei fiumi, nei corsi d’acqua sotterranei, nei cumuli di nuvole e nelle nebbie.
Queste cerimonie avevano luogo all’inizio dell’estate, subito dopo il solstizio ed erano dirette da particolari sacerdoti, il cui nome significava “coloro che per far piovere cantano”.
Durante il rito, che non era pubblico, i sacerdoti si disponevano in punti diversi dislocati a nord, a est, a sud, a ovest, in alto, in basso, nel centro e in posizione laterale.
A domani
LL
Mi piace:
Mi piace Caricamento...
Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
Mostra tutti gli articoli di libroarbitrio