Roma 14 luglio 2013
Dedicato a un lettore
Voglia il cielo che il lettore,
imbaldanzito e diventato
momentaneamente feroce come ciò che sta leggendo,
trovi,
senza disorientarsi,
la sua via dirupata e salvatica
attraverso gli acquitrini desolati di queste pagine
oscure e venefiche;
infatti, a meno che
non ponga nella lettura
una logica rigorosa
e una tensione dello spirito
pari almeno alla sua diffidenza,
le micidiali esalazioni di questo libro
gl’imbeveranno l’anima,
come l’acqua lo zucchero.
Il Conte di Lautréamont, pseudonimo di Isidore Lucien Ducasse, nacque nel 1846 a Montevideo, in Uruguay, da genitori francesi.
Raggiunse la Francia nel 1867 trasferendosi a Parigi per gli studi.
Nel 1868 pubblicò anonimo il primo di sei canti del poema Canti di Maldoror, in cui utilizzò una strana forma espressiva in prosa, ma con caratteri poetici, influenzata dal romanzo nero inglese e da quello popolare.
L’anno seguente terminò l’opera che affidò all’editore Lacroix, che, spaventato per la violenza espressiva del testo, si rifiutò di metterlo in vendita.
Dotato di una forza immaginativa fuori dall’ordinario, il giovane poeta scrisse in Poesie le motivazioni teoriche alla base della sua lirica.
Dopo la pubblicazione di questa raccolta morì in circostanze misteriose, nel 1870, durante l’assedio prussiano di Parigi.
Variamente giudicati negli anni successivi, ora come frutto di una mente folle e paranoica, ora come oggetti freudianamente interessanti, i testi di Lautréamont sono oggi considerati opera di un “poeta maledetto”, che operò in un autentico massacro del pulito universo della metafora pura, partendo da speculazioni di carattere etico e dallo sdegno per le parvenze belle e buone che in realtà nascondono cose orribili e malvagie.
A domani
LL
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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