Roma 20 marzo 2013
Già dalla fine del Cinquecento la costruzione del teatro Olimpico di Vicenza e le prospettive illusorie che Vincenzo Scamozzi qui vi crea per gli sfondi sono segno di un interesse crescente per l’arte scenografica. Anche Bernardo Buontalenti e tutti gli architetti che come lui si dedicano alla costruzione di apparati effimeri e scenografie per gli allestimenti delle corti contribuiscono a determinare il gusto per il meraviglioso e la sorpresa.
Il Seicento e l’epoca Barocca costituiranno il coronamento e l’apice di questa tendenza.
Nel 1600 si colloca la pubblicazione del Prospectiva libri sex, con un’ampia sezione dedicata all’uso della prospettiva nell’arte scenografica. abbandonata la scena fissa, si introducono cambi a vista e macchine sceniche per creare apparizioni fantastiche , le “meraviglie”. Si inaugura così la grande stagione degli scenografi italiani: Torelli, Pozzo, Burnacini, i Bibiena, i Mauro, capaci di materializzare sul palcoscenico oggetti calati dall’alto, comparse e sparizioni laterali, illusioni prospettiche moltiplicate all’infinito in un gioco di punti di fuga destinato a suscitare la sorpresa.
L’area scenica, che in precedenza era limitata, si estende ora non solo in lunghezza, ma anche in profondità: per far posto alle macchine e ai movimenti scenografici si ricorre anche alla modificazione dello spazio scenico. A questa grande evoluzione del gusto e della tecnica scenografica contribuisce anche lo sviluppo di quegli intermezzi che nel teatro cinquecentesco intervallavano lo spettacolo della corte e che diventano sempre più importanti, arrivando a diventare la parte principale dello spettacolo seicentesco.
A domani
LL
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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