365 giorni, Libroarbitrio

La critica di Karl Vossler

Roma 8 marzo 2013

Teatro II

I grandi teatri europei si nutrono di diverse forme letterarie  e di apporti di altre culture: i personaggi nella recita spezzano la linea della novella e del poema, adoperano e trasformano il linguaggio della lirica o quello del romanzo, ricordano e riprendono, in Inghilterra come in Francia, elementi spagnoli e italiani. Questa forza di assimilazione e riduzione, che riconosciamo in Corneille come in Shakespeare, in Italia è avvenuta nell’attività composita del teatro e dello spettacolo, piuttosto che nella pagina scritta e nella mente di una grande personalità. La commedia dell’arte, il teatro musicale, la scenografia , le maschere e la recitazione dei grandi attori delle compagnie dei Gelosi e dei Fedeli sono esse il teatro italiano.

I grandi comici Pier Maria Cecchini, Frittellino, Nicolò Barbieri, Beltrame, Francesco Andreini,  il Capitano spavento, i grandi musicisti Claudio Monteverdi, Pier Francesco Cavalli, Giulio Caccini detto Giulio Romano, Jacopo Peri, i grandi scenografi Ludovico Ottavio Burnacini, Giacomo Torelli, Alfonso Parigi sono personaggi della cultura europea. Le scene create dal Burnacini e il torelli, le scene all’italiana con il loro movimento dinamico, diventano un elemento essenziale dello spettacolo in tutto il mondo. Il critico tedesco Karl Vossler, ammiratore e interprete della cultura italiana, diceva che il nostro paese, nel Rinascimento e alla fine del Rinascimento, ha creato i modelli di un’astratta perfezione artistica, gli schemi dei generi letterari che, rimasti in Italia formalmente perfetti, sono stati adoperati e riempiti dalle altre civiltà nazionali. Il teatro è stato uno di questi doni generosi che l’Italia ha fatto al mondo: il teatro come cultura e come linguaggio, come un complesso di sperimentazioni, di schemi e di rapporti.

Dalla letteratura nasce il teatro per musica; e alla letteratura si appoggia la commedia dell’arte.

A domani

LL