Roma 2 marzo 2013
Michelangelo suo devoto

Grazie alla risolutezza del suo temperamento Vittoria Colonna si affermò con successo agli albori del Cinquecento. L’inizio è scandito da versi in memoria del marito defunto, poesia e preghiera si fondono indissolubilmente creando a rigor di rime una luce avvolgente attorno all’amato Ferrante d’Avalos divenendo egli stesso il suo sole. Sempre più incline a meditare sul sacro, Vittoria si dedica alla poesia religiosa celebrativa dell’amore divino nutrendosi di classiche letture. I riflessi del platonismo, le inquietudini dell’età riformistica, sul piano letterario, il magistero di Petrarca , influenzeranno la sua scelta di una produzione letteraria di rigorosità morale, limpida e nitida, ove le ombre imperfette del suo “Io” non possano oscurare alcuno dei veri sentimenti “perché ogni sentimento umano si dissolve nell’incandescenza della carità. L’unico Sole è Cristo”. Pertanto anche se in un primo momento la sua opera può apparire fondata su di un eccessivo autocontrollo talle dubbio viene svelato al suo esordio, quando sceglie il marito come destinatario di liriche ispirate al Canzoniere petrarchesco ” in cui l’amore è adulterino (secondo antica tradizione), e pertanto illegittimo da un punto di vista cristiano” . Ella si muove nel segno di una letteraria trasgressione , infrangendo un topos costruisce tutta la sua opera di poesia.
Il più celebre fra i suoi devoti fu Michelangelo che le dedica pensieri scritti e opere pittoriche definendola “donna alta e sincera donata dal Cielo alla terra sott’un candido velo” .
Dalle arti tutte allo stile di vita, Vittoria Colonna, rappresenta la perfetta espressione del Rinascimento.
A domani
LL
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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