Roma 24 febbraio 2013
L’occasione tragica
La descrizione della peste fiorentina rappresenta la circostanza reale entro la quale si colloca la narrazione dei vari casi umani da parte dei giovani sfuggiti al disfacimento che ha coinvolto la città. Lo spettacolo dei tragici effetti della peste suggerisce al Boccaccio una serie d’immagini truci della vita civile sconvolta dal cataclisma dell’infermità, poste in un crescendo di orrore: dalla considerazione del dissolvimento dei legami fra i cittadini, i parenti, i componenti del nucleo familiare che si tengono lontani, si schivano per paura del contagio, alla vista dei corpi abbandonati e portati via da becchini improvvisati e prezzolati, alla scena allucinante delle bare che racchiudono intere famiglie e di lunghe processioni di bare. Perfino la riflessione di natura sociale sulla misera fine degli appartenenti alle classi più disagiate sembrerebbe dare al racconto una dimensione realistica, se tutto il Decameron non si rivelasse poi proprio come liberazione da quella eccezionale sofferenza. Anzi quello spettacolo iniziale assume uno strano sapore di fiaba, tanto si allontana dalla memoria di chi continua la lettura e si ritrova nel luogo incantevole dove si svolge effettivamente la vita dei novellatori. Le pagine sulla peste vengono così dimenticate e superate. Il tragico spettacolo della peste è nel Boccaccio un pezzo di grande bravura letteraria, che introduce e fa risaltare la cornice idillica del Decameron, cioè un mondo di graziose bellezze naturali che è quello della poesia bucolica: l’immagine ricreativa della natura come luogo di lieto conversare, come immagine della serenità dello spirito e condizione ideale dell’arte.
A domani
LL
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Pubblicato da libroarbitrio
Lié Larousse nasce in un circo itinerante, tra stoffe di taffetà ruvida, seta in baco e carta straccia.
Non sa che giorno fosse, né l'anno, né la direzione che prese il treno, spinto sulle rotaie forse dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un'ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell'ammasso di ferro, legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, povere bestie , lustrini e paillette. Lié - faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma , fuori di qui , cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più . Mr Freak alto tre metri la spostava di lato col bastone argenteo mal fermo, appena la vedeva sbucare dal nulla - fsthgrfth – farfugliava in un linguaggio incomprensibile. Lei continuò a chiedere. Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, al mangia fuoco con la tutina gialla aderente, alla signorina Edena la donna più bella dell'universo con tre capezzoli, al triste Robert col trucco sempre sciolto e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare. Nebbia . Ombre. Nulla. Ogni risposta era una chiusura di porte senza maniglie, inerme ad ogni ingresso riappariva lui, fermo ad attenderla sul ciglio , sempre, l'incomprensibile Mr Freak.
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, mi presento a voi, mi chiamo Lié Larousse, racconto storie di vita vissuta dagli altri, studio del mondo com'era, qui dietro le quinte di un palcoscenico fluttuante, attraverso i miei occhi vi farò vedere l'idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce, col mio unico ricordo. Vero. Solo mio, che d'improvviso di giorno o in sogno mi appare, col profumo caldo di neve silenziosa .
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