365 giorni, Libroarbitrio

L’evoluzione del Linguaggio

Roma 13 gennaio 2013

Il latino nel contesto medievale

Fino al secolo XII lo strumento della vita intellettuale e delle relazioni scritte fu nell’Occidente europeo unicamente il latino. Tramandatosi nel tempo era divenuto una lingua speciale, ossia una lingua usata da un gruppo determinato, i dotti e i chierici, destinata ad un pubblico limitato. Si suol designare questa lingua come “latino medievale” per distinguerla dal latino classico, che designa comunemente il latino tramandato dai testi scritti dell’età repubblicana e imperiale.

Nel mentre di questi secoli la lingua usata per la comunicazione quotidiana e immediata era invece affidata alla lingua volgare, o meglio alle molteplicità delle lingue volgari, che si erano venute differenziando nelle diverse province dell’antico impero. Esse erano la prosecuzione della lingua comune, parlata già all’epoca dell’impero romano, ma non più guidata e controllata dalla scuola o dal prestigio delle istituzioni politico amministrative.

Gli elementi fondamentali di disgregazione furono l’immissione di vocaboli non “latini”, provenienti dall’uso straniero ( i cosiddetti barbarismi) o dalla tradizione locale, e la modificazione del sistema grammaticale, per questo confronto con la lingua colta fu detta “volgare”, ossia popolare, con implicito il senso della sua inferiorità.

Di essa si hanno solo tarde testimonianze scritte, nel VII secolo per la Francia, nel IX secolo per  l’Italia.

A domani

LL