365 giorni, Libroarbitrio

Tutto inizia e finisce con il Circo V

Roma 5 gennaio 2013

L’importanza letteraria dello  spettacolo dei giullari 

Oveunqua eranu iullare,

tutti currunu per iocare:

cythari cum timpani et sambuci,

tutti gianu cantando ad alta voce.

Così viene descritto con incantevole semplicità l’accorrere festoso della gente all’arrivo del giullare. Così l’incanto e la magia avvolgevano lo spettacolo del giullare, la sua esibizione sul palco di legno da lui stesso allestito era un evento colmo di valenze mitiche ed emotive, ma era anche occasione di apprendimento e di conoscenza. I giullari infatti propagavano idee e notizie degli altri paesi; gli avvenimenti storici e di cronaca che essi narravano erano spesso l’unica occasione per mettersi al corrente di quanto avveniva fuori dell’ambito limitato delle proprie mura: il giullare si fa strumento di circolazione delle mode, dei costumi e di pensiero, talvolta anche diventando veicolo di eresia o di idee politiche comunque sovvertitrici. Infatti il re di Francia Carlo VI dovette nel 1395 emanare un editto da cui si evince chiaramente che nei canti dei giullari si trattavano argomenti scottanti e politicamente delicati:

Tratto da un manoscritto dell’epoca, testo francese tradotto in italiano, Gautier  1878

” Noi proibiamo a tutti i dettatori, autori di detti e di canzoni e a tutti gli altri menestrelli e ripetitori di detti che non facciano, dicano, né cantino, né in piazza né altrove, alcun detto, rima o canzone che faccia menzione del Papa, del Re nostro signore, dei signori di Francia,  e a riguardo di coloro cui tocca la cura dell’unione della Chiesa (…) sotto pena (…) di essere messi in prigione due mesi a pane ed acqua”.

Anche in Italia poteva avvenire che i giullari, per passione o interesse, fossero politicamente schierati.

Editto emanato nel 1252 dal podestà di San Gimignano, dove si mette in guardia chiunque dal cantare sui Guelfi e Ghibellini:

” Quod nulla persona castri et curtis S Gem, canere debeat aliquas cantiones inter (…) Guelfis et Ghibillinis.” 

E’ probabile che proprio questa pericolosità politica fosse alla base delle molte persecuzioni ed interdizioni che hanno accompagnato lo svolgersi delle loro vicende lungo il corso dei secoli. E’ comunque grazie a questa funzione di professionista dell’informazione (funzione esplicitamente ammessa nel manoscritto duecentesco della Biblioteca Nazionale di Parigi lat. 14859 ), oltreché dell’intrattenimento, che la sua presenza nelle corti è gradita e richiesta: il migliore, e spesso l’unico, modo per sapere cosa accadeva in luoghi lontani era quello di chiederlo a chi da lontano proveniva.

A domani

LL